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Google E La Bolla Dei Filtri: La Manipolazione Del Web! (Video 2016)

La Bolla Dei Filtri – La Manipolazione Del Web! (2016)

26/07/2016 ore 01:02

di Valerio Lo Monaco

Una delle più grandi promesse di internet, relativamente alle possibilità di espressione e alla capacità di poter raggiungere potenzialmente milioni di persone – oggi possiamo dirlo – è stata tradita. Il tradimento è duplice, perché intanto non è affatto vero che chiunque pubblichi un contenuto qualsiasi (che si tratti di informazione, di intrattenimento oppure di un semplice messaggio), sia in grado di accedere alle grandi platee tanto quanto lo sono altri. E poi perché alcuni contenuti sono “più contenuti” di altri. C’è infatti qualcuno che questi contenuti li filtra e che può farlo grazie alla sua posizione dominante, in forza della quale può arrogarsi il diritto di decidere quali siano i messaggi degni di essere diffusi e quali invece vadano ignorati, se non proprio rimossi dal web

Questo ruolo, una volta, spettava agli editori, dai quali ogni autore doveva passare per pubblicare qualunque cosa, perché i macchinari e le strutture necessarie a pubblicare, su qualsiasi formato, erano molto costosi, ed erano dunque esclusivo appannaggio di chi aveva ingenti disponibilità economiche. Il tema è pertanto quello della disintermediazione, e in particolare della disintermediazione del web, che avrebbe consentito a chiunque, – questa la promessa – di disporre di tecnologie utili a produrre e diffondere da sé qualunque cosa avesse deciso di pubblicare.

Grande rivoluzione, dunque. Basta colli di bottiglia! Basta lobby dell’editoria! Basta lobby dell’industria discografica! Nessuno da convincere per dare fiato alla propria voce! Peccato che si tratti, appunto di una rivoluzione tradita. E a tradirla sono stati proprio quei nuovi soggetti che, praticamente in regime di monopolio, non hanno fatto altro che sostituirsi agli editori e ai grandi gruppi di una volta, accaparrandosi tutte le potenzialità del settore, disinnescando la “minaccia rivoluzionaria”.

Google e Facebook, e gli altri motori di ricerca, sono in grado di manipolare le masse che li utilizzano? O meglio: i risultati che appaiono in pagina dopo aver digitato una richiesta sul motore di ricerca più utilizzato, e nel caso di Facebook gli articoli che compaiono quando vi accediamo, come sono scelti? Con quali criteri? E soprattutto: sono uguali per tutti oppure si differenziano da caso a caso?

Fonte: byoblu | 22 Luglio 2016

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