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Errori Medici: Il Cittadino Si Lamenta Di Malpractice?

02/10/2012 – Spesso nei TG, nei quotidiani e in Web, si risaltano errori di malasanità: pazienti deceduti senza alcun motivo apparente; trasfusioni di sangue sbagliato; operazioni chirurgiche di routine che causano decessi. Ci sono errori, con pesi e conseguenze diverse. Se, in un articolo, la svista grammaticale fa sorridere, la disattenzione di un chirurgo in sala operatoia no, poichè le ripercursioni possono essere serie. Neppure scambiare una sacca di latte per una flebo di sangue fa ridere, così come non fa ridere ingessare la gamba sana al posto di quella rotta o togliere la prostata a chi dovrebbe subire una semplice appendicectomia. L’errore sanitario, o malpractice, come lo chiamano gli americani, continua a tener desta l’attenzione del pubblico e a suscitare raccapriccio, e non cessa di destare timori in chi se ne occupa.

Disattenzioni Sempre Più Allarmanti

Il 14° Rapporto Pit-Salute del Novembre 2011 (Scarica PDF) redatto dal tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzativa la dice lunga: la maggior parte dei cittadini italiani si lamenta di vera o presunta malpractice, rendendo questa voce la prima sul podio dei problemi sanitari, almeno secondo l’analisi di 23.524 segnalazioni pervenute al Tribunale dal 1° Gennaio al 31 Dicembre 2010. La protesta contro i medici che sbagliano, in Italia, supera persino lo sdegno per le infinite lungaggini nelle liste d’attesa. C’è comunque qualche differenza dall’ultimo rapporto. I cittadini segnalano meno errori terapeutici e diagnostici, mentre invece denunciano un numero maggiore di disattenzioni del personale. Le accuse di sbagli veri e propri, sempre secondo l’ultimo rapporto, sarebbe infatti scese dal 63% al 58%. La disattenzioni, invece, sarebbero salite al 12,9% dal 5,8%: più che raddoppiate. Le percentuali del Rapporto Pit-salute non indicano le cifre reali degli errori sanitari o delle disattenzioni da parte del personale medico e paramedico, ma collezionano le esperienze di un numero considerevole di ammalati che hanno avuto risvolti tali da far ipotizzare, a chi li ha vissute, la possibilità di essere incorso in un episodio di malpractice.

Troppe Terapie Inadeguate

La mia attenzione, sempre nel Rapporto, è attirata dalle voci come errori diagnostici e sbagli terapeutici. Per essere del tutto chiaro, la diagnosi è l’idea che un medico si fa della malattia che affligge una persona, attraverso lo studio dei sintomi, degli esami di laboratorio e delle visite specialistiche. Una cura (o terapia) è, di conseguenza, quanto si può fare per guarire l’ammalato o comunque per farlo stare meglio, compatibilmente con il suo stato di salute generale. Rimarcare questa differenza è essenziale per farti comprendere il nuovo dato di quest’ultimo Rapporto: l’errore nella cura 55,3%, secondo migliaia di ammalati, è stato maggiore di quello nelle diagnosi 44,7%. I dottori, insomma, hanno azzeccato il malato, ma non sempre lo hanno curato nel migliore dei modi.

Sbagli Collettivi: Attenzione Effetto Domino

Ciò che il Rapporto Pit-salute evidenzia davvero è che l’errore medico non è quasi mai una colpa individuale e pertanto soggetta a biasimo, ma l’evento conclusivo di una catena di fattori, nella quale il contributo dell’individuo che l’ha effettivamente commesso è l’anello finale e non per forza il maggior colpevole. La responsabilità, insomma, non deve essere ricercata e attribuita a un singolo operatore, ma a una scorretta organizzazione clinico-manageriale. L’idea tradizionale che l’errore medico sia dovuto alla colpa di un singolo individuo genera due effetti negativi.

– Il primo: chi lo commette tende a nasconderlo e non certo a dichiararlo spontaneamente.

– Il secondo: se non si sa nulla dell’accaduto, si finisce per ignorare anche la corresponsabilità delle cause remote. Diventa quindi difficile selezionare strategie mirate di prevenzione se non si riesce mai a far capo all’errore: insabbiare tutto e nascondere gli avvenimenti dietro il velo dell’omertà alla lunga rende il rischio ingestibile, con un pericoloso effetto domino.

La Medicina Difensiva

La medicina difensiva si verifica quando i medici ordinano test, procedure e visite oppure evitano pazienti o procedure ad alto rischio, principalmente (ma non necessariamente) per ridurre la loro esposizione a un giudizio di responsabilità per malpractice. Quando i medici prescrivono extra test o procedure per ridurre la loro esposizione a un giudizio di responsabilità per malpractice, praticano una medicina difensiva positiva. Quando evitano certi pazienti o procedure, praticano una medicina difensiva negativa. Così recita la definizione elaborata dall’Office of technology assessment degli Stati Uniti, dove questa sorta di eccessiva prudenza è quasi una piaga sociale. Ma anche in Italia non si scherza, se pensi che l’11,8% della spesa sanitaria, secondo l’Ordine dei medici di Roma, finisce in medicina difensiva. E’ difficile evitarla, secondo molti professionisti, dato che il 78,2% dei medici si sente oggi molto più a rischio di ricevere una denuncia rispetto al passato e il 65,4% si sente sotto pressione nella pratica clinica di tutti i giorni.

Quattro Gradi Di Colpe

L’imperizia – Se un medico commette un errore per incopetenza manifesta, si parla d’imperizia. Il metro di paragone è un altro medico con la medesima preparazione, i medesimi strumenti e le medesime conoscenze: se quest’ultimo non commette l’errore, il primo è stato quasi sicuramente incompetente. Ma non sempre è tutto molto chiaro. Basta poco, infatti, a compromettere un risultato. Se un chirurgo è costretto a operare d’urgenza in un luogo non attrezzato e l’intervento va male, non si può parlare d’imperizia.

La Negligenza – Se un medico procura un danno al malato o lo mette in pericolo a causa di un comportamento poco attento, poco sollecito e accorto, allora si parla di negligenza. Un professionista che agisce con superficialità è negligente. Dimenticare una garza nel corpo di una persona, dosaggi troppo veloci nelle flebo… Questi sono i più comuni errori da negligenza.

L’imprudenza – Se un dottore sottovaluta i rischi, se agisce con temerarietà sperimentale, se non valuta tutti i pro e i contro di una cura o di un’operazione, può essere considerato imprudente. Un chirurgo che accorcia i tempi di un intervento perchè ha fretta è certamente imprudente.

L’Ommissione Di Atti O Regolamenti – Non rispettare l’orario di lavoro, magari allontanandosi dal proprio posto e negando quindi la propria assistenza a un malato, per un medico è un vero e proprio reato di ommissione. Può colpire anche il primario che non fa funzionare il suo reparto nella maniera giusta o il chirurgo che non offre informazioni corrette prima di un intervento.

Capire La Responsabilità

Sebbene esistono situazioni in cui la colpa di un professionista o di una struttura sono evidenti, altre circostanze possono essere molto più sfumate. Non è facile, infatti, comprendere se un pessimo risultato è stato frutto di negligenza, d’imperizia o di leggi e procedure non osservate. Esistono gradi diversi di responsabilità (come quelli citati sopra), che devono essere valutati. La causa penale, per esempio, deve essere imboccata quando ti trovi davanti a un reato, ossia a un’azione penalmente punibile, fatta con dolo o una colpa. Si coinvolge un magistrato penale in caso di morte, lesioni permanenti, malattie insanabili, fatti omissivi gravi. Ti deve essere dunque ben chiaro che, anche soltanto per far partire l’accusa, devono esistere danni che sono conseguenza di una condotta colposa. Per farlo, occorrono prove e testimoni. E questo è uno degli aspetti più difficoltosi, soprattutto perchè si tratta di un processo tecnico, in cui i periti la fanno da protagonisti. I periti sono medici, e non a tutti può far piacere mettersi contro membri della stessa categoria professionale. Inoltre, poichè la medicina non è una scienza esatta, il dottore può sempre appellarsi alla soggettività della metologia scientifica.

Un Esposto Penale

Un esposto penale implica la ricerca di una punizione, che può finire anche con la detenzione del colpevole. La citazione civile, più blanda, cerca invece un risalcimento economico. La strada non è facile in entrambi i casi, anche perchè responsabilità altrui vanno provate. Per cominciare, comunque, è importante avere ben chiara una cosa: non sempre il risultato negativo di una cura è frutto di un errore umano. A volte, infatti, le cose non vanno bene perchè non potevano andare diversamente.

Il Danno Biologico

Da quando è stato riconosciuto il danno biologico, le cose vanno un pò meglio per chi intende affrontare questo genere di cause. Questo tipo di danno corrisponde legalmente alla menomazione dell’integrità psicofisica della persona e non ha nulla a che vedere con il danno morale (il turbamento psicologico provocato dall’offesa subita) e il danno patrimoniale (la diminuzione di reddito conseguente). Il diritto alla salute è sacro e inviolabile, anche quando non sussistono perdite economiche o mancato guadagno: per questo, il danno biologico è fondamentale nelle cause che coinvolgono i neonati che hanno avuto lesioni da parto.

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