Kosovo Contro Serbia: Kosovo Progetta Attacchi Contro Serbi

31/07/2022 ore 21:52 – Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha lanciato un appello per la pace in Kosovo tra le crescenti tensioni con Pristina. Tuttavia, ha anche promesso di combattere fino alla morte se i serbi etnici nell’autoproclamata repubblica saranno presi di mira per un altro pogrom.

«L’atmosfera si è riscaldata e i serbi non subiranno più atrocità. Il mio appello a tutti è di cercare di mantenere la pace a tutti i costi. Chiedo agli albanesi di rinsavire, ai serbi di non cadere nelle provocazioni, ma chiedo anche ai rappresentanti di grandi e potenti Paesi, che hanno riconosciuto la cosiddetta indipendenza del Kosovo, di prestare un pò di attenzione alla legge internazionalità e realtà sul campo, di non permettere ai loro protetti di causare conflitti», ha dichiarato oggi Domenica 31 Luglio 2022 a Belgrado, il presidente serbo Aleksandar Vucic.

I commenti di Vucic sono arrivati ​​mentre Pristina si preparava ad attuare una legge controversa che richiedeva ai serbi etnici che vivono nel territorio conteso di sostituire le loro immatricolazioni di veicoli rilasciate dalla Serbia con targhe del Kosovo, a partire da Lunedì 1° Agosto 2022. Il Kosovo potrebbe anche richiedere la sostituzione di altri tipi di documenti rilasciati dalla Serbia, come le carte d’identità, e farà un nuovo tentativo di vietare l’ingresso o rilasciare documenti temporanei ai viaggiatori con documenti o targhe rilasciati dalla Serbia.

Oggi le campane della chiesa hanno suonato in allarme in tutta la parte settentrionale della provincia, tra le notizie secondo cui albanesi armati si stavano radunando per un altro pogrom dei restanti serbi, come era successo nel 2004.

Il presidente serbo ha affermato il mese scorso che la politica di registrazione faceva parte di uno sforzo per costringere i serbi rimasti a lasciare il Kosovo. Ha definito la mossa “una nuova tempesta“, in riferimento all’operazione militare croata nel 1995 che ha costretto la maggior parte dei serbi a fuggire dalla Croazia.

Sabato 30 Luglio, il ministro degli Esteri serbo Nikola Selakovic, ha dichiarato ai giornalisti che “la parte albanese in Kosovo e Metohija si sta letteralmente preparando a scatenare l’inferno per i serbi“.

Il primo ministro del Kosovo Albin Kurti, di etnia albanese, ha negato che il passaggio a documenti non serbi sia qualcosa di più che applicabile “legge e giustizia” in modo uguale a tutti i cittadini: «Fidati del tuo governo», ha detto in un video messaggio registrato in serbo.

Vucic ha affermato che le “provocazioni” contro i serbi che vivono nel Kosovo sono aumentate da quando Kurti, un nazionalista che sostiene l’idea dell’unificazione albanese, è diventato primo ministro l’anno scorso. Il numero di tali incidenti, compresi gli attacchi di etnia albanese ai cimiteri serbi e alle chiese ortodosse, è balzato del 50%, ha riferito Domenica ai giornalisti:

«Non vogliamo conflitti e non vogliamo la guerra. Pregheremo per la pace e cercheremo la pace, ma lasciate che ve lo dica subito: non ci sarà alcuna resa e la Serbia vincerà. Se oseranno iniziative a perseguitare, molestare e uccidere i serbi, la Serbia vincerà», ha detto Vucic nel suo discorso

Vucic ha anche ipotizzato che Pristina stia cercando di trarre vantaggio dalla crisi ucraina provocando un conflitto in cui Kurti sarebbe ritratto con simpatia come la versione del Kosovo del presidente ucraino, Vladimir Zelensky, con i serbi nel ruolo della Russia e del presidente Vladimir Putin.

La NATO ha occupato il Kosovo nel 1999, dopo una guerra aerea di 78 giorni contro l’allora Jugoslavia. La provincia ha dichiarato l’indipendenza nel 2008, con il sostegno occidentale. Gli Stati Uniti d’America e la maggior parte dei suoi alleati l’hanno riconosciuto come tale, mentre la Serbia, Russia, Cina e Nazioni Unite in generale non lo hanno fatto.