ONU: Preoccupazione Estradizione Julian Assange

28/08/2022 ore 18:53 – L’accusa del co-fondatore di WikiLeaks potrebbe danneggiare i futuri informatori, afferma il massimo funzionario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

L’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti potrebbe avere un “effetto agghiacciante” sul giornalismo investigativo, ha affermato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet. Il team legale di Assange ha presentato appello Venerdì 26 Agosto 2022, per fermare la sua estradizione dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, dove rischia fino a 175 anni di carcere se ritenuto colpevole di spionaggio.

Ad Aprile un tribunale di Londra ha stabilito che Assange, che rimane nella prigione di Belmarsh, può essere consegnato nelle manacce degli Stati Uniti:

«La potenziale estradizione e perseguimento del signor Assange solleva preoccupazioni relative alla libertà dei media e un possibile effetto raggelante sul giornalismo investigativo e sulle attività degli informatori», ha dichiarato Bachelet, in una dichiarazione di oggi Domenica dopo l’incontro con la moglie e gli avvocati di Assange, aggiungendo:

«In queste circostanze, vorrei sottolineare l’importanza di garantire il rispetto per i diritti umani del signor Assange, in particolare il diritto a un processo equo e le garanzie del giusto processo in questo caso. Il mio ufficio continuerà a seguire da vicino il caso di Assange».

Il team legale di Assange sostiene che viene “perseguito e punito per le sue opinioni politiche“. L’avvocato Jennifer Robinson ha affermato che il caso sarà portato alla Corte europea dei diritti dell’uomo, se necessario:

«C’è ancora molta strada da fare in termini di appelli», ha detto oggi Robinson a Channel 10 australiano.

Nel corso della sua storia, WikiLeaks ha pubblicato numerosi documenti governativi riservati, inclusi filmati di crimini di guerra commessi dalle truppe U.S.A. in Iraq.

Le autorità britanniche hanno arrestato Assange nel 2019 dopo aver trascorso quasi sette anni nascosto all’interno dell’ambasciata ecuadoriana a Londra.