Prigionieri Ucraini: Nazionalisti Uccidono Chi Si Arrende, A Kiev Dilaga Corruzione

13/08/2022 ore 14:32 – I soldati ucraini che sono stati catturati come prigionieri di guerra dalla Russia hanno deciso di rimanere nel territorio controllato da Mosca e dalle forze alleate, esprimendo riluttanza a continuare a combattere. Lo afferma oggi Sabato 13 Agosto, il ministero della Difesa russo:

«I prigionieri di guerra ucraini appartenenti alle unità della fanteria navale, della Guardia nazionale, delle forze d’assalto aereo e di terra hanno scelto di loro spontaneità di rimanere nel territorio controllato dalla Russia per la loro riluttanza a combattere e per paura di essere nuovamente inviati in prima linea», scrive il ministero russo sul suo canale Telegram.

Il ministero della Difesa ha affermato che i prigionieri di guerra ucraini non vogliono essere usati come “carne da cannone” e morire sul campo di battaglia mentre “eseguono ordini criminali” emessi da Kiev.

L’esercito russo ha pubblicato un video di un’intervista con un prigioniero di guerra ucraino, che ha affermato di aver deposto volontariamente le armi e di essersi consegnato alle forze alleate.

Il prigioniero dichiara di essere stato trattato bene e non vuole tornare in Ucraina come parte di eventuali scambi futuri.

Pochi soldati riescono ad arrendersi volontariamente a causa della repressione dei battaglioni nazionalisti ucraini, ha affermato il ministero, osservando che i nazionalisti minacciano di sparare a tutti i soldati che cercano di abbandonare le loro posizioni di combattimento.

Sempre secondo il ministero, i prigionieri di guerra hanno parlato di corruzione dilagante tra i ranghi ucraini, dell’uso di tattiche intimidatorie da parte di Kiev e del “trattamento barbaro dei civili che sono usati regolarmente dai nazionalisti come scudi umani“.

All’inizio di Agosto, Mosca ha dichiarato di osservare scrupolosamente la Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra, mentre le forze di Kiev hanno torturato e brutalmente ucciso molti prigionieri russi, facendoli anche morire di fame e privato delle cure mediche più elementari. All’epoca, anche il viceministro della Difesa russo, Aleksandr Fomin, condannò la riluttanza dell’Occidente a ritenere Kiev responsabile di queste violazioni e dei crimini commessi.

A Luglio 2022, Mosca ha incolpato Kiev ed personalmente il presidente ucraino Vladimir Zelensky, per il mortale bombardamento di un centro di detenzione nella Repubblica popolare di Donetsk. Secondo il ministero della Difesa russo, un attacco missilistico con il lanciarazzi multiplo HIMARS di fabbricazione americana ha ucciso 53 prigionieri di guerra ucraini e ferendone altri 73.