Una campagna diffamatoria (Diffamazione: è uno sforzo per danneggiare o mettere in discussione la reputazione di qualcuno, proponendo propaganda negativa) che in queste ore sta portando avanti “LinKiesta” (Massimiliano Coccia) ed il “Il Foglio“, alza l’asticella per conto del regime occidentale, che percorrre la strada già delineata per un bavaglio sempre più rigido autoritario nei confronti della controinformazione. A farla da padrona è sempre l’ipocrisia fascista occidentale che non si smentisce mai.
Nota: Massimiliano Coccia nel 2023 si è sposato con Pina Picierno, nata a Santa Maria Capua Vetere, della provincia di Caserta in Campania. Attualmente la moglie è Vicepresidente del Parlamento europeo (inizio mandato 18 Gennaio 2022) per il Partito Democratico.
È devastante vedere ogni giorno passare in silenzio il Genocidio dei palestinesi a Gaza per mano di Israele sui quotidiano italiani. Dopotutto sono stati assassinati soltanto 180 giornalisti in un solo anno nella Striscia di Gaza. Nonostante questi terribili dati, c’è ancora qualcuno che nel giornalismo italiano (commissionati da oltreoceano) si prendono la briga di mettere in discussione i loro colleghi, che rischiano la vita quotidianamente. Fare le scarpe ed etichettarli (etichettare è ormai la moda tutta occidentale di infangare tutto e tutti) come filo-russi o filo-putiniani è diventato il loro passatempo.
Fino a prova contraria viviamo in un sistema “Democratico” e “Libero“, con i propri gusti politici che devono rimanere inviolabili a prescindere.
Un fatto curioso risale proprio in Agosto di quest’anno, durante l’incursione transfrontaliera di Kiev nella regione russa di Kursk, quando dei giornalisti italiani, senza alcun permesso rilasciato dalle autorità russe, si sono presentati dentro il territorio russo, scortati dai militari ucraini, si prestavano a fare la propaganda occidentale. Un esempio di come l’ipocrisia occidentale viene meno alla professionalità: sempre a fare i moralisti con il culo degli altri.
Apri Lo Spoiler Cliccando Quì Sotto, Sopra La Scritta “Articolo VisioneTV – Solidarietà a Lucidi e Lorusso, attaccati dai neo-maccartisti”
3 Novembre 2024, di Pino Cabras.
La testata on line Linkiesta ha lanciato una campagna dai toni delatori estremisti e persecutori (in nulla simile a una normale inchiesta giornalistica)[1] a carico di due reporter indipendenti italiani, Andrea Lucidi e Vincenzo Lorusso, che da ben prima del 2022 danno una pregevole copertura giornalistica alle vicende del conflitto innescato dalla classe dirigente ipernazionalista che nel 2014 ha preso il sopravvento a Kiev.
Dobbiamo soprattutto a Lucidi, Lorusso – e a pochi altri – quei pochi brandelli di verità sottratti in Occidente alla gigantesca macchina di pubbliche relazioni menzognere e guerrafondaie messa su dalla combinazione NATO-UE, sia sulla guerra ucraina sia sul complesso delle relazioni con la Federazione Russa. Roba da far venire un travaso di bile grande quanto il battaglione Azov a una redazione iper-atlantista come quella di Linkiesta, che attinge a tutto il medesimo copione ripetuto paro paro da tutte le testate che compongono il coro maccartista della NATO e dell’Unione Europea. Dunque non possono essere sopportabili due giornalisti che hanno dato notizie dimostratesi attendibili per tutto il tempo in cui invece i corifei atlantisti diffondevano “notizie” sul Putin malato terminale che si curava in vasche di sangue di cervo. Linkiesta invita la Farnesina a prendere provvedimenti, definendo Lucidi e Lorusso «i due italiani che fanno da megafono alle bugie del Cremlino». Addirittura «il primo è stato più volte segnalato dagli ucraini a Tajani, ma Roma non ha mai mosso un dito», disdetta, perché invece sarebbe per loro preferibile calarsi le brache davanti a Kiev (da loro rigorosamente chiamata Kijv), dove il governo chiude tutte le testate dissenzienti, tutte le televisioni, tutti i partiti di opposizione, ma deve essere illustrato come l’avamposto della democrazia contro la barbarie. Come un cannibale presentato come vegano.
Linkiesta, dopo i suoi memorabili editoriali in cui gettava fango su chi si batteva per liberare Assange, dopo essersi distinta in ogni acrobazia giustificazionista carpiata per gettare miele sui massacri di Israele a Gaza e non chiamarli genocidio, ha per contro la sfrontatezza più squallida per affermare – con sprezzo del ridicolo – che Lucidi e Lorusso «svolgono un’attività giornalistica che diffonde contenuti giustificazionisti della politica genocidaria del Cremlino». Perché i picciotti di Stoltenberg e di Rutte sono fatti così: dove i genocidi si sono e si chiamano Netanyahu, non se ne deve parlare. Dove invece i genocidi non ci sono, si inventano e vengono chiamati Putin. Se no come fai a giustificare chi chiude gli ospedali per ingrassare invece sia i fabbricanti di armi sia – laggiù a “Kijv” – gli oligarchi più insaziabili d’Europa?
Se ti lamenti sei un putiniano, dunque un bersaglio cui dare la morte civile. Per dare la morte tout court i servizi ucraini non si farebbero problemi, lo hanno fatto con persone dapprima “segnalate” dai siti di delazione violenta. In questo caso la segnalazione si limita a invocare che gli uomini di Zelensky impartiscano ordini al governo italiano e alle autorità europee affinché i due giornalisti italiani siano colpiti da un nuovo pacchetto di sanzioni, trattati da «propagandisti e agenti stranieri» cui imporre «il blocco dei beni e divieto di viaggi internazionali».
L’articolo firmato da una delle ballerine di corteo della russofobia più spinta, tal Massimiliano Coccia, a un certo punto molla gli ormeggi e perde ogni veste giornalistica per ridursi al comunicato questurino del ministero dell’interno ucraino, con una lista della spesa che pretende che l’Europa usi ogni mezzo atto a spegnere i reportage di Andrea Lucidi e Vincenzo Lorusso.
Articolo 21 della Costituzione non pervenuto, ovviamente.
La norma costituzionale sulla libertà di stampa non è infatti di casa a Linkiesta. Come non è di casa a Il Foglio, quotidiano presso cui è stato redattore già ai tempi della fondazione il direttore di Linkiesta, Christian Rocca. Ebbene dobbiamo ricordarlo, a questi cacciatori di influenze straniere, che cos’è Il Foglio: è un giornale idrovora fondato da un asset della CIA, percettore di oltre 61,5 milioni di euro di finanziamenti pubblici per spiegare all’inclita e al colto le virtù del libero mercato. I conti di un giornale che vende pochissime copie dedicate al sottobosco delle influenze politiche non riuscirebbero mai a quadrare. Tanto paga Pantalone, perché sono tutti neoliberisti con il mercato degli altri. Una volta che ti abitui a certe forme di parassitismo non ne esci più. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, solo che questo è uno strano lupo che è anche bue, perché dice cornuto all’asino intanto che porta in testa l’ornamento dei finanziamenti pubblici dei veri iniziatori della guerra. Di cosa parlo, in particolare?
Parlo del fatto che Christian Rocca è anche direttore del periodico in lingua ucraina Slava Evropi realizzato con il sostegno del Parlamento Europeo, che ha cofinanziato l’iniziativa nell’ambito del programma di sovvenzioni per la comunicazione. Partecipano al progetto Linkiesta e il giornale ucraino Evropeiska Pravda (uno di quelli autorizzati perché filo NATO, gli altri sono stati chiusi). Traduciamo la situazione: l’Europa, ormai presa in ostaggio dai paesi che fanno le marce con gli ex SS, fa risoluzioni sempre più frequenti per diffondere una corrente di russofobia in tutto simile alle campagne antifrancesi dei tedeschi e antitedesche dei francesi durante la prima guerra mondiale, con un crescente corpus giuridico che include dosi sempre più pesanti di censura, persecuzione, razzismo istituzionale, odio senza diluizioni camuffato di “campagne contro l’odio”, e include infine il sostegno a testate ad hoc che reggano tutta la propaganda.
Da dieci anni in qua la NATO, attenta alla “guerra della percezione”, ha sviluppato un Manuale di Comunicazione Strategica per coordinare pubbliche relazioni, diplomazia e operazioni psicologiche, collaborando con grandi aziende come Google e integrando la sua azione con le istituzioni UE. Hanno fretta di arrivare a nuove escalation e i giornalisti a libro paga della CIA non saranno mica finiti con la fondazione del vecchio Foglio. Tutto ora avviene semmai a spese del contribuente europeo.
L’approccio dell’ecosistema informativo atlantista è lo stesso che assumerebbe uno tsunami se avesse una personalità: gli ostacoli vanno travolti, catene di comando emanano ordini dettagliati per togliere di mezzo il giornalismo scomodo e bollarlo come propaganda del Nemico, zelanti esecutori nelle redazioni battono i tacchi e poi le tastiere. L’insana corsa verso la guerra, vista come il vero progetto e il vero destino che i padroni dell’anglosfera vogliono assegnare all’Europa, non ammette diserzioni, dissonanze, dubbi. E se hai una certa propensione per il denaro pubblico è fatta: puoi indossare direttamente la casacca del Marchese Del Grillo. Io so’ io e voi non siete NATO.
Fin qui il giornalismo. Poteva mancare il PD? No che non poteva mancare. Ce lo ricorda Francesco Toscano in un post: «Un certo Losacco (immaginiamo “Losacco” di cosa) del PD chiede a Tajani di intervenire contro i reporter Andrea Lucidi e Vincenzo Lorusso,[2] accusati di raccontare l’evoluzione del conflitto russo-ucraino in maniera autonoma, senza cioè limitarsi a pubblicare le veline fasulle partorite dalla fervida fantasia delle teste d’uovo della Nato. Le richieste di questo signore, che pretende di condizionare l’attività di due giornalisti di inchiesta, sono palesemente eversive e contrarie all’art. 21 della nostra Costituzione. La magistratura convochi Losacco per chiedere spiegazioni urgenti.» Il senatore Alberto Losacco è componente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare NATO, non ancora un peso massimo come la vicepresidente PD del Parlamento Europeo, Pina Picierno, della quale già il 7 marzo 2024 ebbi modo di registrare le posizioni contro l’artista Jorit (che pochi giorni prima aveva stretto la mano a Putin, orrore orrore, e perciò andava inserito nella lista degli individui soggetti a sanzioni e hai quali revocare ogni commessa di lavoro). Rievoco il tutto qui di seguito:
SIAMO IN PIENO «PICIERNISMO».
La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa.
Anche la caccia alle streghe contro gli intellettuali e gli artisti si ripete due volte: la prima come «Maccartismo», la seconda come «Piciernismo».
Nel Futuro le enciclopedie definiranno così il «Piciernismo»:
—– Il Piciernismo fu un atteggiamento politico-amministrativo manifestatosi nella storia dell’Unione Europea a metà degli anni Venti del XXI secolo, caratterizzato da un isterismo repressivo nei confronti di persone, gruppi e comportamenti ritenuti filo-russi e quindi sovversivi.
Deve il suo nome all’allora vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno (1981-2081), che a partire dal 2024 diresse in modo trombonesco e slava-ukrainico la principale commissione per la repressione delle attività antieuropee operando attacchi personali, spesso privi di fondamento, nei confronti di funzionari governativi, uomini di spettacolo e di cultura, ecc. da lei considerati filorussi e quindi pericolosi per lo stile di vita della società europea. L’infondatezza delle accuse, spesso arbitrarie, che hanno coinvolto molte personalità di spicco della politica e della cultura italiana ed europea, ha fatto sì che il fenomeno fosse chiamato inizialmente anche “caccia alle streghe”, corretto poi dalla stessa Picierno, da Von Der Leyen, da Metsola, Meloni e Christine Lagarde in “Streghe alla caccia”. Il pezzo forte del «Piciernismo» consisteva nell’inneggiare ai valori liberali pretendendo di ridurre alla fame gli artisti che la pensavano diversamente.
Il «Piciernismo» è stato anche una corrente minore del «Draghismo», con il quale aveva in comune il rifiuto dell’aria condizionata a favore della pace.
Dopo la catastrofica crisi che travolse l’Unione europea, il termine «Piciernismo» rimase in uso nella polemica politica soprattutto per indicare una russofobia radicale e preconcetta, particolarmente ipocrita in quanto portata a baciare le pantofole dei dirigenti israeliani.
Il «Piciernismo» fu particolarmente accanito nei confronti di chi voleva firmare per consentire a Democrazia Sovrana e Popolare di presentarsi alle elezioni europee, perché un eventuale successo di una forza politica così diversa rischiava di creare le condizioni per una vera democrazia.
Il resto della voce enciclopedica lo scriverete voi.
Massima solidarietà a Jorit. Sconfiggiamo insieme il «Piciernismo».
Ecco, oggi massima solidarietà ad Andrea Lucidi e a Vincenzo Lorusso. Massima solidarietà a chi non vuole farsi travolgere dalle scimmie urlatrici dell’interventismo, dai Mussolini che un secolo fa spingevano alla guerra fondando nuovi giornali con il portafogli gonfio di sterline e dai Mussolini di oggi che vogliono allegramente spingerci alla guerra con una potenza nucleare. Intellettuali organici della terza guerra mondiale a libro paga di un Occidente suicida.
Direte che sto esagerando. Eppure quando avevo iniziato a scrivere il presente articolo non sapevo ancora una fantastica notizia che poi ha gettato una nuova luce sul mio pezzo e soprattutto sulla vicenda trattata. Un amico mi ha infatti segnalato che il sig. Coccia è marito di Pina Picierno.
Tutto in famiglia, insomma: i vertici delle istituzioni europee incitano a mettere sul lastrico i giornalisti dissenzienti e a finanziare quelli consenzienti. I mariti dei vertici sono consenzienti. E dopo che loro scrivono i loro pezzi, le mogli in politica li ri-twittano.[3] Non è tutto meraviglioso? Non è l’apoteosi del giornalismo indipendente che le canta chiare ai reprobi?
NOTE:
[1] Massimo Coccia, “Il sonno della Farnesina. Ecco come il nostro ministero degli Esteri sottovaluta la propaganda russa”. Linkiesta, 1 novembre 2024 (https://www.linkiesta.it/2024/11/ministro-esteri-propaganda-lorusso-lucidi/)
[2] “Ucraina: Losacco (Pd), ‘Tajani intervenga su italiani megafono bugie Mosca’” , Il Foglio, 2 novembre 2024.
https://www.ilfoglio.it/adnkronos/2024/11/02/news/ucraina-losacco-pd-tajani-intervenga-su-italiani-megafono-bugie-mosca–7108089/
[3] https://x.com/pinapic/status/1852300594108641766
Il Foglio, Maurizio Crippa 16 Agosto 2024: Giornalisti liberi contro Putin. L’Italia difenda Battistini e Traini
«Onore e solidarietà a Stefania Battistini e Simone Traini, inviati Rai, che hanno realizzato un reportage al seguito dei soldati di Kyiv penetrati in Russia, e ora minacciati di provvedimenti legali da parte dell’invasore Putin. Il governo ora faccia il suo dovere
Se non fosse politicamente ributtante e moralmente osceno, farebbe anche ridere: il governo di un oligarca invasore e assassino di giornalisti che convoca l’ambasciatrice italiana Cecilia Piccioni (fonte Tass) per protestare per “l’attraversamento illegale del confine di stato” da parte di due bravissimi giornalisti Rai, Stefania Battistini e Simone Traini, che hanno realizzato uno splendido reportage dalla città di Sudzha, nel Kursk.
Non ricordiamo che Putin o i suoi lacchè informativi si fossero lamentati con l’ambasciata italiana quando l’ex corrispondente Rai da Mosca, Marc Innaro, diceva in tv: “Basta guardare la cartina geografica per capire che, negli ultimi 30 anni, chi si è allargato non è stata la Russia, ma la Nato”. Manco Caracciolo. Ma evidentemente uno dei primi reportage di informazione libera e democratica realizzati in territorio russo da molto tempo a questa parte, che mostra l’efficacia della controffensiva di Kyiv, mentre i civili russi non vengono massacrati, come capitò agli ucraini, non è andato giù al Cremlino. Al solito, come prima scelta, prova a minacciare i giornalisti. Onore e solidarietà a Stefania Battistini e Simone Traini. Ora il governo faccia il suo dovere».
Del resto la nostra Costituzione che cosa dice? Non dice forse che la democrazia si fonda sul il principio fondante della uguaglianza?
L’Articolo 21 della nostra amata Costituzione è chiarissima:
«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure…».
I lettori sono e rimangono i soli veri giudici di ciò che uno pubblica nel contesto legale: se pubblichi cazzate nessuno ti seguirà; diminuiranno le vendite dei quotidiani e degli abbonamenti mensili cartacei e digitali.
(9° immagine sotto)
«Il Foglio: Roma, 2 nov. (Adnkronos) – “Nel contrasto alla propaganda di Mosca non ci possono essere ambiguità o reticenze. Come riporta ‘Linkiesta’, da tempo l’Ucraina chiede alla Farnesina di intervenire su Andrea Lucidi e Vincenzo Lorusso, i due italiani che sembra facciano da megafono alle bugie di Mosca e che attualmente si troverebbero in un territorio ucraino occupato dai russi. La Farnesina non può restare inerte, é necessario chiarire se la loro presenza in quel territorio è illegale e rispondere alle ripetute richieste della diplomazia ucraina”. Lo afferma il senatore del Pd Alberto Losacco, componente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare Nato.
“Secondo diverse fonti -aggiunge- l’attività dei due è nota da tempo, farebbero parte di quella rete organizzata da Mosca per inoculare il virus della disinformazione e della propaganda putiniana anche nel dibattito in italiano. Le stesse fonti riferiscono che Lucidi è uno che propaga quotidianamente fake news sulla guerra, negando le stragi di Bucha o di Mariupol e parlando di ghigliottina per tutti quelli che in Occidente e in Italia sostengono la battaglia per la libertà di Kyiv. Cosa sta aspettando il ministro Tajani ad intervenire?”»
Alcuni dei numerosissimi esempi del Giornalismo indipendente e libero del quotidiano on-line Il Foglio:
Il Foglio del 12 Marzo 2022: “Affamare le città e colpire gli aiuti. Mosca bombarda lo sforzo umanitario” di Paola Peduzzi
Il Foglio del 15 Marzo 2022: “C’è una guerra che la Russia perderà di sicuro” di Claudio Cerasa
Il Foglio del 15 Marzo 2022: “Corridoi disumanitari: il governo russo delle città ucraine” di Paola Peduzzi
Il Foglio del 22 Marzo 2022: “L’urgenza di dire che quello di Putin è terrorismo” di Franco Debenedetti
Il Foglio del 23 Marzo 2022: “Lo stallo russo si aggrava, si parla di armi chimiche ma c’è un problema di pneumatici crepati” di Daniele Raineri
Il Foglio del 31 Marzo 2022: “Almeno 40 mila ucraini deportati dai russi” di Matteo Matzuzzi
Il Foglio del 10 Settembre 2022: “Gli ucraini sfondano, i russi scappano“
Il Foglio del 10 Ottobre 2022: “Negati e censurati dal regime. Le telefonate dei soldati russi ai propri cari”
ANSA si spaccia così sulla sua pagina web www.ansa.it/corporate/it/info/profilo.html:
“Siamo presenti dove i fatti accadono e nel momento in cui accadono, grazie alla nostra capillare presenza su tutto il territorio nazionale e all’estero.
- INDIPENDENZA
- TEMPESTIVITÀ
- COMPLETEZZA
- AFFIDABILITÀ
sono da sempre i nostri valori che ci confermano leader nelle preferenze dei nostri clienti e nello scenario internazionale dell’informazione.”
Distorcere, manipolare, nascondere o amplificare certe notizie scomode (a proprio vantaggio) è oramai l’unica attività principale di quello che viene considerato “giornalismo” occidentale con la “g” minuscola. Dal momento che questo g è diventato un vecchio ricordo (Giornalismo quello serio, investigativo, quello che mette in dubbio o informa ciò che corrisponde al vero è scomparso), la definizione appropriata di conseguenza per NAMP è di Messaggeri.
I messaggeri occidentali non pubblicano mai i crimini sionisti israeliani e ucraini sui loro portali, nemmeno per sbaglio. Non informano correttamente i loro concittadini insultando di continuo la loro intelligenza. Si rendono complici dei crimini contro l’umanità. Ragion per cui:
Faccio Appello a tutti i cittadini italiani nel boicottare ANSA e tutti i suoi soci nel disdire ogni tipo di abbonamento che fornisce loro soldi e a non andare più a commentare: disiscriviti nei loro Portali. L’unico modo di manifestare contro questo tipo di Informazione è non dargli modo di farli sentire importanti, nemmeno per commentare contro certi articoli e nel rispondere a certi commentatori: Disiscriviti senza riserva.
Soci ANSA:
Avvenire, Corriere dello Sport, La Sicilia, Giornale di Brescia, Libertà, Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno, Gazzetta del Mezzogiorno, La Provincia di Lecco e Sondrio, Gazzetta di Mantova, Gazzetta di Parma, La Repubblica, La Provincia Pavese, La Stampa, Il Secolo XIX, National Geographic, Giornale di Sicilia, Il Centro, Il Gazzettino, Il Mattino, Il Messaggero, Il Manifesto, Il Sole 24 Ore, La Prealpina, La Provincia di Como, Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova Venezia e Mestre, Il Corriere delle Alpi, Il Piccolo di Trieste, Il Messaggero Veneto, Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport, Gazzetta del Sud, L’Adige, Alto Adige, L’Arena, Il Giornale di Vicenza, BresciaOggi, La Provincia, L’Eco di Bergamo e Il Giornale.
Quello Che Il Mainstream Occidentale Dell’Informazione Non Vuole Portare Alla Tua Attenzione.
NAMP Lo Fa Con Dispiacere. Non È Suo Compito.
Il Giornlismo Pagato Anche Con I Tuoi Soldi Dovrebbe Farlo!
Ciao a tutti. Questo individuo [Massimiliano Coccia] il 29 ottobre scrive su Linkiesta
titolo: La giornalista della tv russa sanzionata alimenta il circo della propaganda di Mosca
La corrispondente della tv di Stato Rossiya 1 Asya Emelyanova diffonde nel nostro paese le narrazioni del Cremlino in modo aggressivo contro Stefania Battistini e gli eurodeputati Pd. La sua testata è sotto sanzioni dell’Unione Europea, il regolamento del Consiglio Ue parla chiaro ma né il governo né l’Associazione Stampa Estera fanno nulla
Siamo in democrazia, quindi i due giornalisti devono dire quello che vogliono i padroni democratici. Totale solidarietà a Vincenzo e Andrea
In Italia la democrazia e la libertà di stampa non corrono alcun pericolo, non esistono. Grazie NAMP per il lavoro di divulgazione. Un forte abbraccio.
PS-non mollare mai!
Onore e grande stima per Andrea Lucidi e Vincenzo Lorusso.
Grazie per le info alber 🙂
Il giornalismo occidentale è alla frutta
Grazie NAMP, Fantastico!