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Ucraina: Nemmeno Papa Francesco È Al Sicuro Dalla Ira Di Kiev

26/08/2022 ore 13:58 – Dopo aver menzionato la morte di Darya Dugin, la giovane giornalista e attivista politica russa, il Santo Padre Papa Francesco ha affrontato la rabbia di Kiev, che a quanto pare pensa di avere il monopolio dell’innocenza. I Nazisti di Kiev si sentono superiori a tutto e a tutti, in modo esplicito di prepotenza in questi mesi di conflitto, che hanno permesso di sfoggiare in più occasioni la loro vera essenza: egoismo, presunzione e arroganza non le hanno mai nascoste. E ciò che ha permesso a Kiev negli ultimi 8 anni nei loro continui massacri di civili nel Donbass, e per giunta indisturbati grazie alla complicità del blocco occidentale.

Negli ultimi sei mesi, Kiev si è scagliata contro vari leader di governo e organizzazioni internazionali, come Amnesty International del 4 Agosto 2022, ad esempio, che hanno denunciato le violazioni del diritto internazionale da parte dell’Ucraina sul campo di battaglia. Quindi era solo questione di tempo prima che anche la Chiesa cattolica dicesse la sua. Ed è quello che è successo questa settimana, il 24 Agosto, quando Papa Francesco, rivolgendosi a una congregazione in Vaticano, ha menzionato la morte di Darya Dugin, la cui vita è stata tragicamente interrotta da un’autobomba.

Ma prima di pronunciare il nome della donna russa uccisa, il Papa ha riconosciuto le vittime innocenti da entrambe le parti del conflitto:

«Che siano ucraini o russi… penso a tanta crudeltà, ai tanti innocenti che stanno pagando per la follia, la follia di tutte le parti, perché la guerra è follia. Penso alla povera ragazza che è stata fatta saltare in aria da una bomba sotto il sedile della sua auto a Mosca. Gli innocenti pagano per la guerra».

Questa sembra essere una valutazione equa degli orrori della guerra che pochi potrebbero trovare da ridire. Mentre i leader di governo sono in ultima analisi responsabili di condurre il loro popolo nella “follia della guerra“, sono le persone “innocenti” (dai soldati in prima linea ai civili a casa) che subiscono il peso maggiore delle conseguenze.

Eppure, da vero politico, l’ambasciatore ucraino al Vaticano, Andrii Yurash, ha politicizzato le parole del Papa, dicendo che non poteva essere definita Dugin “innocente” quando lei (insieme al suo importante padre, il filosofo politico Aleksandr Dugin) ha sostenuto l’operazione militare speciale di Mosca in Ucraina:

«Il discorso di oggi del Papa è stato deludente e mi ha fatto pensare a molte cose: non posso parlare nelle stesse categorie di Aggressore & Vittima, Stupratore e Stuprato; come è possibile menzionare una degli ideologici dell’imperialismo come vittima innocente? È stata uccisa dai russi come vittima sacra ed è ora sullo scudo della guerra», ha scritto in un Twitter l’ambasciatore ucraino Andrii Yurash.

Ci sono diversi problemi con il peculiare tipo di moralismo di Yurash. Il primo è che lui, proprio come il mondo occidentale in generale, ha convenientemente fatto avanzare gli ultimi otto anni di spargimenti di sangue nel Donbass che hanno causato milioni di persone morte e ferite (non solo “ideologici e politici“) che hanno spinto a sostenere l’intervento della Russia nell’Ucraina orientale. Non sono sicuro di cosa stesse twittando il signor Andrii Yurash nel 2014, ma in qualche modo dubito che avesse qualcosa a che fare con gli attacchi non provocati ai russofoni nel Donbass che hanno ucciso migliaia di persone.

In secondo luogo, è stato rivelatore come l’uso da parte del Papa della parola “innocente” applicata a Darya Dugin abbia suscitato una risposta così potente da parte di qualcuno che si definisce un diplomatico. Inoltre, nel suo tweet, Yurash ha insinuato che furono gli stessi russi ad ucciderla per farne una martire.

In ogni caso, forse c’era da aspettarsi la risposta del diplomatico poiché, come dice la narrativa anti-russa, non ci sono “russi innocenti” da trovare sul pianeta. Sono semplicemente estinti e in effetti potrebbero non essere mai esistiti in primo luogo. Essere semplicemente russi significa senso di colpa per associazione, cioè associazione con se stessi. Basta chiedere al primo ministro estone Kaja Kallas che, nel tentativo di risparmiare il continente europeo da quegli infidi turisti russi, chiede un divieto totale dei visti per mitigare la “minaccia alla sicurezza“.

In effetti, tutto sommato, è stato quasi un miracolo sentire Papa Francesco, il principale leader religioso del mondo occidentale, non solo menzionare l’assassinio di Darya Dugin, ma arrivare al punto di chiamare “innocente” un cittadino russo.

Il mondo intero dovrebbe ascoltare seriamente le parole del Papa, che credo siano state pronunciate abbastanza liberamente. Il Vescovo di Roma può avere le sue colpe, ma è stato una delle poche voci della ragione in questi ultimi sei mesi di “follia”.

A Giugno, papa Francesco ha sfidato la narrativa occidentale secondo cui la Russia è responsabile delle ostilità in Ucraina, punto e basta. Lo ha fatto alludendo a una conversazione che ha avuto con un “uomo molto saggio” che ha rifiutato di nominare. Questa persona gli disse: “Loro (la NATO) stanno abbaiando alle porte della Russia. Non capiscono che i russi… non possono avere alcuna potenza straniera che si avvicini a loro“.

L’individuo ha continuato: “Non vediamo l’intero dramma svolgersi dietro a questa guerra, che è stata… o provocata o non prevenuta“.

Quali lezioni possiamo trarre da questo? Forse la più pertinente viene direttamente dalla Sacra Scrittura, che dice: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra“. Quelle parole dovrebbero mettere a tacere molte persone da entrambe le parti nel conflitto.

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