Gazprom, Dmitry Peskov: Sanzioni Occidente Hanno Chiuso Nord Stream 1

06/09/2022 ore 06:40 – I problemi tecnici con le consegne di gas in Europa tramite il gasdotto Nord Stream 1 persisteranno fino a quando l’Occidente non rimuoverà le sanzioni che ha schiaffeggiato la Russia per il conflitto in corso in Ucraina, ha dichiarato ieri Lunedì 5 Agosto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Il 31 Agosto, Gazprom ha completamente interrotto le consegne di gas attraverso il gasdotto. Sebbene inizialmente il Nord Stream 1 avrebbe dovuto riprendere il transito del gas Venerdì 2 Agosto, Gazprom ha annunciato che sarebbe rimasto chiuso a tempo indeterminato a causa di problemi tecnici:

«I problemi nelle consegne del gas sono sorti a causa delle sanzioni che sono state imposte al nostro Paese da alcune società dei Paesi occidentali, tra cui la Germania e il Regno Unito. Non ci sono altre ragioni dietro i problemi di approvvigionamento», ha osservato Peskov.

Il portavoce del Cremlino ha anche sottolineato che la colpa non è di Gazprom se “gli europei prendono decisioni assurde e si rifiutano di riparare le loro apparecchiature”, cosa che sono contrattualmente obbligati a fare.

Peskov ha voluto chiarire che le problematiche affrontate dal Nord Stream 1 dipendono da “un unico pezzo che necessita di una seria manutenzione“.

Domenica 4 Agosto, ai commenti di Peskov ha fatto eco Alexander Novak, vice primo ministro russo, che ha accusato l’Unione europea dei problemi che hanno impedito la ripresa delle forniture di gas attraverso il gasdotto:

«L’intero problema risiede proprio dalla parte dell’Unione Europea, perché tutte le condizioni del contratto di riparazione sono state completamente violate, insieme ai termini di spedizione dell’attrezzatura», ha evidenziato Novak.

Venerdì 2 Agosto, Gazprom ha dovuto prendere una scelta drastica annullando il riavvio del Nord Stream 1 citando una perdita d’olio nella turbina rilevata durante un’ispezione congiunta con il produttore Siemens Energy presso la stazione di compressione di Portovaya vicino a San Pietroburgo. Al contempo del malfunzionamento va poi aggiunta la sanzione del Canada che non ha permesso di rimediare alla riparazione per la sua scelta sanzionatoria imposta a Mosca. E come se non bastasse, l’Europa ha accusato la Federazione Russa di utilizzare il gas come arma di ricatto contro le sanzioni imposte dai membri europei, minando la serietà e la professionalità che in questi sette mesi di conflitto Russia-Ucraina non ha cessato di erogare energia salvo stop obbligati a causa di manuntenzioni di routine programmate. Per nascondere le proprie scelte fallimentari sanzionatorie, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha addirittura descritto Mosca come “un partner non affidabile” in termini di forniture di gas.

Sette mesi di sanzioni contro Mosca non hanno costituito un vero ostacolo per la Russia che, secondo gli ultimi dati, a pagarne il prezzo maggiore sono stati proprio quei Paesi che affossando i propri popoli con l’aumento dell’inflazione, costi di consumi energetici e alimentari sempre in costante aumento.

Molto discutibile è il fatto che per nascandere le scelte strategiche fallimentari dell’intero blocco occidentele, i media dell’Informazione continuano indisturbati la loro missione di propaganda della disinformare nei confronti dei propri lettori, omettendo di propostito la parte tecnica che ha portato alla chiusura del gas verso l’occidente.

ANSA, che afferma di riportare le informazioni dall’agenzia russa con tanto di virgolettato (ciò che ha dichiarato la fonte ufficiale) omette di proposito tutti gli aspetti importanti di questa vicenda, ad esempio le dichiarazioni che affermano “le condizioni del contratto di riparazione sono state completamente violate” e che Gazprom ha evidenziato nel rapporto delle perdite di olio “è stato firmato anche da rappresentanti di Siemens“ (cioè che l’azienda tedesca è a conoscenza delle perdite). Benchè possano apparire di poco conto queste informazioni, sono alla base della chiusura del gasdotto Nord Stream 1.

Se l’Agenzia ANSA riporta informazioni a metà per far passare il messaggio che è una scelta voluta dalla Russia contro le sanzioni senza spiegazioni oggettive e tecniche, il lettore avrà una narrazione distorta e manipolata. Mosca e chi per essa non ha mai dichiarato che il blocco occidentale deve togliere le sanzioni, ma che ha semplicemente evidenziato che per quelle colpe non possono essere eseguite tutte le procedure del caso, compreso l’aggiustamento o la sostituzione di un pezzo mancante. ANSA non riporta per intero le informazioni dando al lettore l’intero quadro della reale situazione e in più si prodiga perennemente a disinformare giocando con le parole nel tentativo di far credere una cosa per un’altra (Foto sotto):

«ANSA – 5 Settembre ore 21:38 – “Sono proprio le sanzioni che impediscono la manutenzione delle unità, che impediscono il loro spostamento senza adeguate garanzie legali, che impediscono queste garanzie legali e così via – ha aggiunto Peskov -. Sono queste sanzioni che gli Stati occidentali hanno imposto che hanno portato la situazione a quello che stiamo vedendo ora”».

La disinformazione o la falsa notizia (Fake News) non è necessariamente ciò che si riporta (che può essere inventata), ma molto spesso è quello che non viene messo a disposizione del proprio lettore, manipolando e creando illazioni.

Ancora una volta, la professionalità e l’etica vengono meno per questa Agenzia ANSA, che non demorde nella sua propaganda come disinformatore. Almeno l’80% dei suoi articoletti da quattro centesimi si rivelano bufale atte a sensibilizzare l’opinione pubblica spingendola in una direzione falsata. ANSA è incurante di tutti gli aspettti investigativi, professionali, etici e non sa nemmeno copiare le fonti ufficiali (o almeno è ciò che vuol far credere).