Migliori download

  Forum: Ultim Argomenti

26/04/2024

NAMP

Official Website

Kosovo – Ucraina: Due Facce Della Stessa Medaglia Occidentale

01/08/2022 ore 10:50 – In Kosovo come in Ucraina, la stessa “mano invisibile” occidentale fomenta il conflitto. In entrambi i casi, l’Occidente non ha esercitato pressioni sulla parte che sostiene affinché aderisca agli accordi internazionali firmati. Questo è Gravissimo!

Oltre al conflitto in Ucraina, l’Europa si trova ora di fronte alla prospettiva di un nuovo conflitto in Kosovo, la provincia separatista della Serbia (ufficialmente denominata Kosovo e Metohija secondo la costituzione serba). La secessione unilaterale del Kosovo è stata riconosciuta dalle principali potenze occidentali nel 2008. Ciò è avvenuto nove anni dopo l’attacco della NATO in Serbia e nella Repubblica Federale di Jugoslavia, dopo di che le forze della NATO hanno occupato la provincia e hanno contribuito a insediare un governo di etnia albanese dominato da ex membri dell’organizzazione terroristica dell’Esercito di liberazione del Kosovo.

La crisi attuale è stata innescata dal primo ministro di etnia albanese del Kosovo, Albin Kurti, che inizialmente voleva costringere la popolazione a maggioranza serba nel nord della regione ad accettare targhe e documenti d’identità kosovari a partire dal 1° Agosto 2022, e vietare l’ingresso nella provincia o rilasciare documenti temporanei ai viaggiatori con targhe e documenti rilasciati dalla Serbia.

 

Albin Kurti – Leader Partito Nazionalista Sinistra, Kosovo

Albin Kurti, leader del partito nazionalista di sinistra, ha tentato un’acrobazia simile nel Settembre 2021, innescando una crisi in cui i serbi locali nel nord del Kosovo hanno organizzato blocchi stradali con la conseguente brutalità da parte delle polizia che hanno picchiato e intimidito civili serbi, mentre le autorità di Belgrado mise in allerta l’esercito serbo ordinando il sorvolo di aerei da combattimento sopra il confine amministrativo tra la Serbia vera e propria e il Kosovo. L’UE, alla fine ha mediato un accordo temporaneo, in attesa di un accordo finale che avrebbe dovuto essere raggiunto entro l’Aprile 2022, sotto gli auspici dell’UE. Tuttavia, non ne è venuto fuori un bel nulla.

Dal Kosovo all’Ucraina, sembra che ci sia uno schema per quanto riguarda gli accordi in cui le potenze occidentali hanno una mano. Dall’inizio dell’operazione speciale militare russa di quest’anno in Ucraina, i funzionari russi hanno ripetuto più volte che l’Occidente non aveva mai fatto pressioni su Kiev affinché rispettasse la sua parte dell’accordo di pace di Minsk 2 del 2015, inteso a porre fine alla situazione di stallo di Kiev con le repubbliche del Donbass. Di recente, l’ex presidente ucraino, Pyotr Poroshenko, ha ammesso apertamente che l’Ucraina non ha mai avuto intenzione di rispettare l’accordo, e che stava semplicemente guadagnando tempo per costruire un esercito in grado di invadere il Donbass e la Crimea.

La situazione con il Kosovo non è molto diversa. L’UE ha mediato un accordo tra Pristina e Belgrado nell’Aprile 2013, il cosiddetto Accordo di Bruxelles, in base al quale la Serbia avrebbe dovuto smantellare le sue strutture “parallele” di polizia e giudiziarie in Kosovo, e convincere i serbi del Kosovo ad accettare l’integrazione nella polizia del Kosovo ed il sistema giuridico, senza riconoscere, però, l’indipendenza del territorio. Le autorità di Belgrado, infine, lo fecero, nonostante una grande protesta pubblica contro questa sottomissione.

Tuttavia, c’era una seconda parte dell’accordo, in base alla quale Pristina era obbligata a formare un’Associazione di comuni serbi, con sostanziali poteri locali e di legami con la Serbia vera e propria. La parte albanese, l’accordo di Bruxelles, non lo ha mai rispettata fino ad oggi. Come ha ha fatto notare il 31 Luglio 2022, il presidente serbo Aleksandar Vucic, sono trascorsi 3.390 giorni dalla firma dell’accordo di Bruxelles, ma ancora oggi non si è visto nessun segno dell’Associazione.

 

Soldati U.S.A. Nella NATO Con Polizia Kosovo

Come nel caso dell’Ucraina, l’Occidente collettivo ha esercitato una pressione assolutamente pari a zero sulla parte che sostiene, per adempiere alla sua parte di un accordo internazionale firmato. E ancora, come nel caso dell’Ucraina, questo ha incoraggiato Pristina a prendere una posizione sempre più bellicosa, che potrebbe benissimo portare a un conflitto più serio ed esteso.

C’è un ingrediente aggiuntivo nel mix del Kosovo, grazie al conflitto in Ucraina. Vale a dire, i serbi (sia in Serbia che in Bosnia ed Erzegovina) sono praticamente soli tra i popoli europei nel rifiutarsi di aderire alle sanzioni occidentali contro la Russia e nel dimostrare costantemente sostegno aperto all’operazione speciale militare della Russia in Ucraina. Di conseguenza, il governo di Belgrado è stato sottoposto a continue e crescenti pressioni da parte delle principali capitali occidentali, nonché dell’UE e della NATO, per cambiare la sua politica e unirsi al suicidio economico collettivo dell’Occidente.

Dal momento che Belgrado ha dimostrato di essere un osso duro per l’Occidente da rompere diplomaticamente quando si tratta di opporsi alla Russia, non è affatto inverosimile immaginare che gli albanesi del Kosovo potrebbero essere visti dall’Occidente come uno strumento utile con cui girare le viti su Belgrado. Nello stesso modo cinico in cui gli sfortunati ucraini vengono usati per fare pressione e indebolire la Russia.

I prossimi giorni e le prossime settimane ci diranno sicuramente molto. La sospensione temporanea determinata dal rinvio di un mese da parte delle autorità del Kosovo del divieto delle targhe e dei documenti di identità serbe fino al 1° Settembre può sembrare incoraggiante. Tuttavia, va sempre tenuto presente che l’Occidente ha tutti gli strumenti necessari per fare pressione su Pristina affinché rispetti l’accordo di Bruxelles e, in generale, si comporti in modo equo. Il Kosovo dipende totalmente da un flusso costante di infusioni finanziarie occidentali e dal sostegno alla sicurezza della NATO.

 

Aleksandar Vucic – Presidente Serbia

 

Il presidente serbo Aleksandar Vucic, ha dichiarato pubblicamente che la Serbia non è interessata a un nuovo conflitto, ma non permetterà che il suo popolo venga danneggiato e maltrattato dall’apparato di sicurezza del Kosovo. Se le principali potenze occidentali non frenano Kurti e, invece di spingerlo a rispettare gli accordi precedentemente firmati, gli permettono di usare la forza e fare le sue mosse unilaterali annunciate a Settembre 2022, o anche prima, può significare almeno un paio di cose :

1) La minaccia di nuove violenze in Kosovo è stata usata dall’Occidente per estorcere qualche concessione in più a Belgrado, forse dietro le quinte, che hanno a che fare con la formazione di un nuovo governo serbo.

Oppure

2) Le élite politiche dell’Occidente l’hanno assediato e vogliono, forse, un disperato bisogno dello scoppio di un altro conflitto in Europa. O forse entrambi i due punti.

L’unica cosa, purtroppo, difficile da immaginare, è che gli Stati Uniti e l’UE stanno effettivamente facendo qualcosa per contribuire in modo fondamentale a una soluzione pacifica di questa crisi.

Ti È Stato Utile Questo Contenuto?

Clicca Su Una Stella Per Esprimere Il Tuo Giudizio!

Voto Medio 3.8 / 5. Votanti Totali: 546

Nessun Voto Al Momento. Perchè Non Voti Per Primo!

Spiacente Che Non Sia Stato Utile Per Te!

Miglioriamo questo contenuto!

Mi Aiuti A Capire? Cosa Non Ti È Piaciuto?